Parte il reddito cittadinanza

reddito di cittadinanza

Sta per partire, manca davvero poco, il reddito di cittadinanza, la legge che assegna un assegno a chi vive sotto una soglia di reddito con l’obiettivo di diminuire il disagio, ma anche di assistere chi cerca un lavoro attraverso sistemi di politiche attive del lavoro. Dunque due obiettivi che solo in parte coincidono: assistere da un lato chi ha un reddito basso e non può lavorare (anziani, disabili gravi, donne con figli minorenni, persone con gravi handicap), aiutare chi cerca lavoro – o perché lo ha perso o perché non l’ha mai avuto – a impostare un progetto di ricerca efficace.

Questo secondo obiettivo parte dal presupposto che in Italia ci sia un deficit di informazione che impedisce alle aziende che cercano personale di individuare i canali per trovarlo, e a chi cerca lavoro di indirizzarsi verso i lavori effettivamente utili e che danno opportunità. Effettivamente l’informazione dei media ci propone spesso casi in cui, nonostante la crisi occupazionale, c’è la realtà che cerca personale e non lo trova. Se si va al Nord, ad esempio, mancano operai specializzati e tecnici di produzione (periti industriali, per intenderci), al Sud mancano operatori per un turismo di qualità, ma anche operatori di aziende commerciali che offrono lavoro nei call center (Accueil di Reggio Calabria per esempio). Per coprire questo spazio di informazione la legge ha previsto la nascita di una nuova figura professionale, il navigator (come spesso accade si scelgono nomi inglesi per professioni che già esistono, in questo caso l’esperto in orientamento professionale). I navigator – ne sono previsti addirittura 10.000 – saranno assunti nei centri per l’impiego e dovranno accogliere i destinatari del reddito, farne una valutazione delle competenze, indirizzarli verso un percorso formativo che gli consenta di ottenere la qualifica necessaria. Ma dovranno contemporaneamente contattare le aziende per capire i bisogni e individuare le effettive necessità di lavoro e infine far incontrare i lavoratori potenziali con le imprese bisognose di assumere. Un lavoro assai complesso e difficile, che richiederà una formazione adeguata (ad oggi non è che questo tipo di professionalità si trovi facilmente) e anche strumenti informatici – banche dati, archivi, test per l’orientamento – che consentano di attivare questo incrocio tra domanda e offerta. Una bella sfida. Nell’interesse del paese è necessario che questa sfida sia vinta.