Il consulente del lavoro è un libero professionista che, in Italia, opera nell’ambito di una consulenza che viene offerta dal punto di vista giurisdizionale, avendo competenze specifiche che riguardano, soprattutto, una natura legale, monetaria e amministrativa. Per questo motivo, quella del consulente del lavoro è una professione piuttosto complessa, che viene realizzata sulla base di un percorso di studi piuttosto importante da seguire e in base all’adozione di specifiche competenze che permettono di svolgere la propria professione nel migliore dei modi. Ecco, dunque, tutto ciò che c’è da sapere al fine di diventare consulente del lavoro, a partire dal percorso di studi da seguire fino a esami, tirocini e abilitazione da ottenere. Leggi tanti altri interessanti articoli su ecodimilano.com
Come diventare consulente del lavoro
La prima cosa che c’è da sapere, a proposito di come diventare consulente del lavoro, è quale sia il percorso di studi da seguire per ottenere la specifica competenza in questa stessa professione giurisdizionale amministrativa. Come detto precedentemente, il consulente del lavoro è un professionista che agisce anche e soprattutto in ambito legale, soprattutto per quel che concerne il diritto del lavoro e il diritto tributario. Per questo motivo, il percorso di studi da seguire deve essere inerente all’esercizio di questa stessa professione.
Dati questi presupposti, secondo la legge del 1979, un consulente del lavoro deve basarsi su una laurea triennale o quinquennale in consulenza del lavoro o in giurisprudenza, scienze economiche e commerciali o, infine, scienze politiche. Dopo aver ottenuto la laurea, bisognerà sottoporsi a un periodo di praticantato, e risulta essere indispensabile per l’esercizio della professione a seguito di almeno 18 mesi di praticantato, che vanno svolti all’interno di professionisti o enti abilitati all’esercizio della professione. Generalmente, se si segue un percorso di studi universitario che sia dedito all’esercizio della professione stessa, il tirocinio universitario garantisce una copertura di almeno sei mesi di praticantato, riducendo la propria attività successiva a un anno di tirocinio.
Esistono anche altre definizioni riguardanti il praticantato, che può essere interrotto a 9 mesi nel caso in cui ci siano giustificati motivi di volontariato, servizio civile, gravidanza o affido, motivi di salute e altre componenti relative ad assistenza familiare. Infine, se si è in possesso di una laurea specialistica in una delle classi individuate per l’esercizio della professione o, in alternativa, il tirocinio universitario viene riconosciuto attraverso un numero congruo di crediti formativi, la pratica di tirocinio può essere ridotta a 12 mesi. Il praticantato può essere svolto presso studi di consulenza che siano iscritti all’albo, in collaborazione con professionisti in materia legale, commercialista o di ragioneria.
Come svolgere l’esame di stato per diventare consulente del lavoro?
Altra questione piuttosto importante, a proposito di come diventare consulente del lavoro, è relativa all’esame di stato che deve essere obbligatoriamente sostenuto al termine del tirocinio; questo stesso esame viene svolto all’interno delle commissioni territoriali, è costituito da membri del Ministero del Lavoro, dell’INPS, dell’INAIL e da un professore che sia ordinario in materie giuridiche. Per questo motivo, l’esame verte su alcune materie specifiche che comporranno anche l’esercizio della propria professione, a partire dal diritto del lavoro fino a giungere al diritto tributario, passando per elementi di diritto privato, pubblico e penale, non sioni di ragioneria, legislazione sociale e rilevazione del costo del lavoro.